Non è un proposito, è il frutto di mesi di lock-down durante i quali ho cambiato il modo di consumare vino.
Voglio vino reale, quotidiano e misurato, il famoso bicchiere del dottore. Per piacere e benessere.
Durante questi mesi, a casa mia abbiamo stappato contemporaneamente più bottiglie e le abbiamo assaggiate sera dopo sera per conoscerle profondamente nel tempo, fino al fondo della bottiglia. Naturalmente quando e come si è potuto gli amici veri sono stati i migliori compagni di bevute.
Nel 2021 berrò bene, sostenibile per il corpo e senza compromessi di qualità. Vino alimento e non vezzo, vino privato e quotidiano. Grandi vini, piccole dosi.
Nel 2021 berrò spesso questi due vini scoperti nel 2020.
Bianko: da Erbaluce, un vitigno che apprezzo, interpretato attraverso le lenti e la prospettiva di Christoph Künzli (Le Piane, Boca, NO).
Nebbiolo. Essenziale, elegante, dissetante e delicato Nebbiolo.
Nebbiolo bello, garbatamente raffinato. C’è l’essenza del vitigno (viole, rose, melograno) e del territorio: quel gioco intrigante tra leggerezza, profondità e ricchezza. C’è capacità di far bere facilmente pur raccontando tanto ed in maniera molto leggibile. Note leggere e chiare, lunghe e ben distese. Finali dritti e minerali, senza appesantire.
Per entrambi non ci sono forzature, c’è l’obiettivo di farsi bere, raccontare qualcosa di nuovo ed avere stile. Vini perfetti per la mia cantina.