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  • Immagine del redattoreAndrea Zarattini

Poggio Antico e il suo mantra “ETTARO PER ETTARO”

Poggio Antico – Montalcino –

Poggio Antico è una cantina che esprime fedelmente le caratteristiche del Sangiovese proveniente del versante sud-occidentale di Montalcino. Trentatré ettari di filari, in un corpo unico sviluppato attorno all’azienda. Altitudine media dei vigneti a 480 m slm. Esposizione sud-ovest. Altimetria ed esposizione fanno sì che il Maestrale proveniente dal Mar Tirreno, soffi direttamente nelle vigne. I fondi sono tipici del versante sud-occidentale: rocciosi, grigi, calcarei e drenati.

Apprezzo molto il loro modo di vedere ed impostare il lavoro, una progressione costante, programmata, controllata, verificata e capitalizzata che porta alle fasi successive.

Ma cosa vuole dire “ettaro per ettaro”? Ettaro per ettaro significa non solo vigneto, vuol dire ripensare e riorganizzare cantina, vendemmia e logistica. Provo a spiegare il progetto in opera a Poggio Antico.

Primo step: analisi dei Terreni. Le analisi dei fondi dimostrarono l’idoneità di appezzamenti mai utilizzati all’interno della proprietà stessa, terreni vergini e in equilibrio. I dati emersi hanno portato alla scelta di sostituire in alcune particelle la vite all’ulivo (pare che in passato nelle zone in questione ci fossero già vigneti che davano ottima uva).

Secondo step: Vigneti. A Poggio Antico hanno preferito spostare la superficie vitata più che ampliarla, sfruttando le zone con microclimi e rapporto flora/fauna migliori. I vigneti saranno nelle zone più alte e più fresche, già in precedenza Poggio Antico era la cantina di Montalcino con la media altimetrica dei vigneti più alta. Inoltre, per prevenire eccessivi stress idrici nelle annate calde, prima di piantare le barbatelle sarà predisposto l’impianto per l’irrigazione di soccorso.

Terzo step: Viti. Verifica della condizione delle viti. Uno dei vigneti simbolo della tenuta, “La Madre” aveva disomogeneità tra le piante, causata dalla tipica mancanza di accuratezza dei vivai al tempo nel quale venne creato l’impianto. Si ricerca un vigneto più sano e meno produttivo, tramite potature che rispettino il flusso linfatico e l’utilizzo di concimazioni esclusivamente naturali. L’obiettivo finale è riequilibrare i suoli e interpretarne al meglio le potenzialità.

Quarto step: Cantina. Sostituzione dei vasi vinari con contenitori da 50 quintali. La nuova pezzatura permette di tenere separate le masse provenienti da ogni singolo ettaro. Sostituzione dei legni scegliendo pezzature da 25 HL a 40 HL in modo da ordinare i vini per provenienza. Tutto viene fermentato e affinato mantenendo il criterio di origine.

Quinto step: Vendemmia. Selettore ottico utilizzato non solo per la qualità ma per velocizzare le operazioni. In questo modo si possono vendemmiare piccole parcelle in base alla maturazione, si processano tramite il selettore e il giorno dopo si riparte, magari in un'altra porzione del vigneto che abbia raggiunto la maturità perfetta. Prevale totalmente il criterio della perfezione delle uve senza i tipici e comuni compromessi di logistica della vendemmia (spostamenti, pulizia degli strumenti, disponibilità del personale…).

In cantina la squadra è equilibrata e competente. Chi tiene tra le mani il timone della barca è un fiero e retto triestino del quale, a Montalcino, tutti parlano con stima, Federico Trost.

Federico deve essere orgoglioso della sua scelta di percorso, concreta, coerente e precisa: ETTARO PER ETTARO.



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